Quando un paziente non si fa più sentire, c’è sempre un motivo. Ecco le principali cause di abbandono del paziente e cosa possono fare i fisioterapisti per prevenirlo.
Se sei un fisioterapista (libero professionista), hai senza dubbio incontrato il seguente scenario: arriva un nuovo paziente, tu lo valuti, stabilisci gli obiettivi riabilitativi e il paziente accetta.
Poi, dopo le prime terapie, svanisce nel nulla.
La delusione in questi casi è indescrivibile, soprattutto le prime volte. Anche perché sai per certo che più a lungo i pazienti portano avanti la terapia, più sono le probabilità di ottenere risultati (e ci sono molte ricerche a sostegno).
Ma purtroppo è una cosa abbastanza frequente.
Sappi che se ti è capitato (e quando capita inizi a mettere in dubbio tutto), non sei il solo e non sei tu il problema.
A me è capitato tantissime volte.
Ma ci sono modi per ridurre la frequenza con cui accade? Quali sono le cause di questo fenomeno?
Oggi vediamo alcuni motivi per cui i pazienti abbandonano, insieme a delle possibili soluzioni.
Secondo alcuni la mancanza di risultati immediati è una delle principali cause degli alti tassi di abbandono.
Quando i pazienti non riescono a vedere risultati immediati, si scoraggiano velocemente e iniziano a pensare che la fisioterapia non sia utile.
Come fisioterapista, sai che non è così.
Ma come fai a dimostrarlo ai tuoi pazienti?
Chiunque abbia mai iniziato ad andare in palestra sa quanto sia facile scoraggiarsi all’inizio.
Ti alleni la prima volta ed è tutto uguale; ti alleni la seconda volta ed è tutto uguale; ti alleni la terza e non cambia niente.
Dopo un mese magari hai miglioramenti solo marginali, e diventa molto scoraggiante se non si pongono degli obiettivi.
Ma se poni obiettivi più alti di quelli che puoi realisticamente raggiungere è ancora più scoraggiante.
Lo stesso vale per i tuoi pazienti.
Ecco perché, durante la visita iniziale, è fondamentale stabilire obiettivi realistici per ogni paziente ed educare quei pazienti sul tipo di risultati che possono aspettarsi.
Assicurati di spiegare che il ripristino della funzione richiede tempo e fatica.
La fisioterapia è efficace e i risultati tendono a durare più a lungo di quelli derivati da trattamenti più istantanei (p. es., interventi chirurgici o iniezioni), ma la fisioterapia è un processo, non qualcosa che accade dalla notte al giorno.
Quindi, se un paziente si aspetta una rapida guarigione, probabilmente finirà per restare deluso.
È anche importante rafforzare il ruolo del paziente nella sua guarigione.
Ad esempio, se il paziente è costante con gli esercizi a casa, probabilmente otterrà risultati più rapidi e migliori. Della serie: aiutati che Dio t’aiuta.
E non abbiate paura di far sapere al paziente cosa può aspettarsi nel caso in cui abbandoni presto la terapia (vale a dire, un sacco di tempo e fatica sprecati con pochissimi miglioramenti).
Lo stesso studio di prima rileva che i pazienti che abbandonano sperimentano maggiore dolore, maggiore limitazione funzionale e una ridotta qualità della vita rispetto a coloro che completano la terapia.
Ma i pazienti potrebbero non essere disposti a crederti sulla parola, quindi prova a sfruttare come esempi i risultati di altri pazienti che hai trattato che avevano le stesse difficoltà per dimostrare l’efficacia del tuo trattamento.
Ammettiamolo: non importa quanto grande o piccolo sia, un costo imprevisto può essere un deterrente significativo.
Di questo ne abbiamo parlato in precedenza.
Sul discorso prezzi bisogna essere chiari sin da subito. Molti non possono permetterselo, e su questo purtroppo non possiamo farci nulla, ma ci sono molte situazioni al limite.
In quei casi al limite sempre meglio essere chiari all’inizio, magari analizzando bene il problema del paziente, stimare per bene di quante sedute ha bisogno, e dargli un prezzo completo (magari con uno sconto se paga in anticipo in un’unica soluzione).
In questi casi si sentiranno più motivati a proseguire rispetto a “vieni quante volte vuoi, costa 20/25/30 (o quello che è) a trattamento e mi paghi volta per volta”.
Anche qui è una questione di obiettivi: se il paziente sa che il “pacchetto” è da 10 sedute e ha già pagato, non abbandonerà dopo poche sedute.
Se invece ha la libertà di andarsene, lo farà alle prime avvisaglie di risultati (magari senza completare del tutto e saltando tutta l’eventuale parte di prevenzione di ricadute).
Al giorno d’oggi, moltissime persone hanno un lavoro sedentario, il che significa che la maggior parte di noi deve impegnarsi di più per mantenere uno stile di vita sano e attivo.
Questo può essere un ostacolo importante per coloro che si stanno riprendendo da un infortunio o soffrono di dolore cronico.
Se la natura del lavoro di un paziente gli impedisce di migliorare, il paziente potrebbe sentirsi costretto a scegliere tra trattamento e lavoro.
Spoiler: questo può essere complicato, ma non impossibile, quindi valuta caso per caso.
Anche qui, se non ci sono risultati bisogna parlarne con il paziente e provare a spronarlo a fare più esercizi ed essere più regolare.
Ciò potrebbe comportare suggerire ai pazienti più stacanovisti di prendere un congedo per malattia, dare consigli per migliorare la postura o insegnare loro semplici esercizi da fare alla scrivania.
In questi casi più complicati il tuo lavoro va oltre l’aspetto clinico e ciò include la ricerca di modi per aggirare il problema per aiutare i pazienti a migliorare, nonostante la loro vita quotidiana.
Il dolore persistente è un problema emotivo tanto quanto fisico.
Le persone con dolore cronico hanno livelli elevati di stress e comunemente soffrono di depressione.
Lo studio di prima ha anche scoperto che i pazienti che hanno abbandonato la terapia avevano punteggi di depressione più alti, che possono influire sulla capacità dei pazienti di rimanere motivati.
Il fatto è che, per migliorare la propria salute fisica, i pazienti devono spesso apportare importanti cambiamenti allo stile di vita.
Ciò è particolarmente vero per i pazienti con condizioni fisiche che causano dolore cronico.
La combinazione di cambiamento drammatico e dolore paralizzante può avere un grave impatto sul benessere emotivo di un paziente, quindi è fondamentale enfatizzare i risultati che il paziente può ottenere attenendosi alla terapia.
Ma, anche se i tuoi pazienti possono vedere la luce in fondo al tunnel, avranno bisogno di qualcuno che li guidi.
E anche se i risultati individuali dipendono fortemente dall’adesione di un paziente al trattamento, sta a te aprire la strada.
I pazienti abbandonano la fisioterapia per una serie di motivi, ma i fisioterapisti esperti sanno come affrontare questi ostacoli in modo proattivo.
Riconoscendo e risolvendo i fattori ambientali ed emotivi, puoi tenere i pazienti sulla buona strada non solo per raggiungere i loro obiettivi terapeutici, ma anche per vivere una vita più felice e più sana.
Se riscontri spesso questo problema, spero di averti aiutato a chiarire le idee. Se posso consigliarti un altro articolo sul tema, leggi anche questo.
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Grazie mille per aver letto fin qui, a presto!
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