Oggi ci prendiamo una pausa dai soliti argomenti e raccontiamo una storia molto interessante su come un’università scandinava si immagina il futuro dell’umanità, e di come al centro ci sia una rivoluzione portata avanti dai fisioterapisti.
In un precedente articolo avevamo visto un po’ di cose che ci aspettiamo dal futuro della fisioterapia in Italia.
Però mentre in quell’articolo parlavamo di cose molto più vicine a noi nel tempo e nello spazio, qui siamo a livelli che rasentano la fantascienza (e se anche non ti piace il genere, continua a leggere perché qui il risultato è sorprendente).
Si rasenta la fantascienza sia nei contenuti del paper che negli approcci adottati, che nonostante la loro semplicità hanno portato a risultati che onestamente non mi aspettavo.
E anche se sembra assurdo, l’obiettivo era proprio quello di spararla il più grossa possibile.
Direi di iniziare.
Ho scoperto tutto ciò un po’ per caso mentre cercavo un articolo su una problematica per una paziente, e mi sono ritrovata - grazie a Google Translate - sul sito di articoli scientifici a libera consultazione Open Physio Journal.
Ad un certo punto ho notato un paper dalla struttura molto… originale, ma su questo ci torniamo tra un attimo.
Questa storia inizia con tre professori della triennale di Fisioterapia dell’Università dell’Artico della Norvegia.
Nei paesi scandinavi le tematiche ambientali e sociali sono notoriamente sentite (anche se spesso in modi poco coerenti e parecchio discussi).
Per fare un esempio superficiale ma abbastanza simbolico, Greta Thunberg è svedese.
I tre professori non fanno eccezione, e hanno assegnato di comune accordo dei compiti scritti agli studenti del primo anno durante un corso introduttivo sulla Salute Pubblica.
La traccia era:
“Immagina il futuro della Fisioterapia e il ruolo dei Professionisti Sanitari nel futuro dell’umanità”
Gli studenti avevano carta bianca e potevano decidere liberamente sia le modalità (diari, articoli di giornali, saggi brevi) che i contenuti delle storie.
Ora, io arrivata a questo punto dell’introduzione mi immaginavo già il risultato (e forse ti immagini la stessa cosa).
Mi immaginavo studenti del primo anno costretti a scrivere un tema sull’ambiente degno delle scuole medie, per una materia che da noi sarebbe un’idoneità e che non si filerebbe nessuno perché tutti presi da esami importanti.
Eppure il risultato è inaspettatamente bello.
Talmente bello che ne stanno facendo un seguito.
A parte il nome del progetto che secondo me è fighissimo, il paper è stato impaginato con una cura che non c’è di solito nel mondo accademico e pieno di grafiche realizzate professionalmente.
Physio Punk Vol.1
Non entriamo troppo nel merito delle trame (se ti incuriosce ti invito a leggerlo in italiano - tradotto con Google Translate, quindi scegli i capitoli in basso dalla “Versione Inglese” che dovrebbero essere traducibili meglio da un computer rispetto a quelli in norvegese).
Secondo me però la cosa più rilevante è l’obiettivo dei professori che hanno condotto il progetto:
Physio Punk è un nuovo approccio nelle ricerche future in fisioterapia. Ci invita a lasciarci dietro le convenzioni e a mettere in dubbio che cos’è la fisioterapia, cosa è stata e cosa protrebbe essere in futuro, in un modo pieno di creatività e di una sincera voglia di aver cura di tutte le persone con cui condividiamo questo pianeta.
Nessuno ci pensa, ma se l’homo sapiens vivrà a lungo come la specie mammifera media (cioè circa un milione di anni), il nostro futuro (700 mila anni) sarà lungo più del doppio della nostra storia passata (finora 300 mila anni).
Se stai pensando la stessa cosa a cui sto pensando io, e cioè che 10 mila anni fa abbiamo iniziato a modificare l’ambiente a nostro vantaggio e quindi non siamo la specie mammifera media e questa cosa ci porterà all’estinzione… non possiamo esserne certi.
Magari questa capacità ci permetterà di sopravvivere (come specie, non come individui) addirittura più a lungo di un milione di anni.
Quindi? I problemi ci sono, e bisognerà pur trovare una soluzione.
E siccome sono problemi molto grandi, bisogna davvero pensare in grande, e questa iniziativa punta proprio a questo:
E se la soluzione fosse una rivoluzione portata avanti da fisioterapisti che hanno avuto il coraggio di pensare davvero in grande?
Secondo me è importante notare che tutto ciò è stato realizzato appena l’anno scorso.
Segno dei tempi che stanno cambiando? Sicuramente.
Quest’esercizio di immaginazione inoltre ci apre gli occhi sul fatto che anche una categoria come la nostra - apparentemente innocua, a tratti noiosa e tipicamente lontana dai centri decisionali - in realtà da un giorno all’altro potrebbe avere un impatto enorme sulla collettività e sul futuro dell’umanità, in modo del tutto inaspettato e positivo.
E siccome a portare avanti una rivoluzione di questa portata potrebbe essere chiunque, parlarne anche in Italia può essere la scintilla che accende il fuoco in qualcuno di noi.
Qualcuno di noi che magari ad oggi non è ancora fisioterapista ed è alla ricerca della giusta ispirazione per fare la differenza, ma anche della giusta prospettiva che metta insieme salute pubblica, ambientalismo, nuove tecnologie e rottura con il passato.
I problemi ambientali, di politiche pubbliche e sociali sono enormi. E per problemi enormi servono soluzioni che richiedono di pensare in grande, molto in grande.
Se smettiamo di pensare in grande a livello collettivo, è l’inizio della fine.
Quindi l’errore più grande è lasciare che queste iniziative vengano relegate nelle aule universitarie e sminuite a stupidi esercizi di fantasia, al posto di ispirare professionisti vecchi e nuovi a fare la differenza.
Sperando che questo articolo ti abbia stuzzicato la curiosità e l’ispirazione, ti ringrazio per aver letto! A presto :)
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